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domenica 7 febbraio 2021

Enzo Jannacci al Festival di Sanremo


Enzo Jannacci, all'anagrafe Vincenzo Jannacci (Milano, 3 giugno 1935 – Milano, 29 marzo 2013), è stato un cantautore, cabarettista, pianista, compositore, attore, sceneggiatore e medico italiano, tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra.


1989 - Se me lo dicevi prima

Ho capito ma se me lo dicevi prima
Come prima?
Ma sì se me lo dicevi prima
Prima quando
Ma prima no?
Eh, prima si prendono dei contatti
Faccio magari una telefonata al limite faccio un leasing
Eh, se me lo dicevi prima
Ma io ho bisogno adesso, io sto male adesso
Eh io ho bisogno di lavorare adesso, io sto male adesso
Sto sempre male adesso
Sto bene e sto male, il lavoro mica ilè lavoro
Posso mica spedirti un charter
Bisogna saperlo prima che dopo non c'è lavoro
Capito, eh?
Ma è inutile che stai lì a, qui a insistere, eh, allora
E allora è bello
Quando tace il water
Quando ride un figlio
Quando parla Gaber
E allora sputa su chi ti eroina
Perché il mondo sputa proprio quando nasce un fiore
Perché iniettarsi morte
È ormai anche fuori moda
Perché ce n'è già tanti che son venuti fuori
Oh, sei ancora qua?
Ah non sei quello di prima?
Vabbeh, quanto sei alto?
Uno e novantaquattro?
Eh, non vai bene
Come non vado bene?
Eh, non vai bene
E se lo dicevi prima ti devo che noi abbiamo bisogno
Gente tra l'1, 60 e l'1, 60, no, tra l'1, 60
Cosa devo fare? Arrangiarmi da solo?
E allora devo andare a rubare?
E vai a rubare
Eh, e allora, eh e allora
E allora sarà ancora bello
Quando ti innamori
Quando vince il Milan
Quando guardi fuori
E sarà ancora bello
Quando guardi il tunnel
Che è ancora lì vicino e, e non ci credi ancora
E sei venuto fuori
E non ci credi ancora
E c'hai la pelle d'oca
E non ci credi ancora
Ti sei sentito solo
In mezzo a tanta gente
Sì ma
Guarda che di te e degli altri
A tutta questa gente qua
Ecco, non gliene frega niente
E allora sarà ancora bello
Quando tace il water
E sarà anche più bello
Quando scopri il trucco
E allora sarà bello
Quando tace il water
Quando spegni il boiler
Quando guardi il tunnel
Quando, quando senti il sole


1991 - La fotografia

Uhe, no guarda la fotografia
Sembra neanche un ragazzino
Io, io son quello col vino
Lui, lui è quello senza motorino
Così adesso che è finito tutto e sono andati via
E la pioggia scherza con la saracinesca della lavanderia
No io aspetto solo che magari l'acqua non se lo lavi via
Quel segno del gesso di quel corpo che han portato via
E tu maresciallo che hai continuato a dire andate tutti via
Andate via che non c'è più niente da vedere niente da capire
Credo che ti sbagli perché un morto di soli tredici anni
è proprio da vedere perché la gente sai magari fa anche finta
Però le cose è meglio fargliele sapere.
Guarda la fotografia
Sembra neanche un ragazzino
Io son quello col vino
Lui è quello senza motorino
Era il solo a non voler capire d'esser stato sfortunato
Nascere in un paese dove i fiori han paura e il sole è avvelenato
E sapeva quanto poco fosse un gioco... la sua faccia nel mirino
La... ohi... la... da... daradan... daradan... daradan...
è finita la pioggia tutto il gesso se l'è portato via
Lo so che ti dispiace maresciallo, ma appoggiato alla lavanderia
Era il mio di figlio, e forse è tutta colpa mia perché
Perché come in certi malgoverni se in famiglia il padre ruba
Anche il figlio a un certo punto vola via
E così lui non era lì per caso no. Anche lui sparava e via
Ma forse il gioco era già stanco e non si è accorto neanche che moriva
Guarda la fotografia
Sembra neanche un ragazzino
Io son quello col vino
Lui è quello senza motorino
Guarda la fotografia
Sembra neanche un ragazzino
Io son quello col vino
Lui è quello senza motorino
La fotografia la fotografia la fotografia
Tutto il resto è facce false della pubbliciteria
Tutto il resto è brutta musica fatta solamente con la batteria
Tutto il resto è sporca guerra stile stile mafieria
La fotografia tu che sei famoso, firma firma per piacere la fotografia.


1994 - I soliti accordi (con Paolo Rossi)

E' uguale.
E in fondo alla strada (chi è che c'e'?)
Ci son tre ladroni (ah, vabbe')
Sembravano onesti, sembravano buoni
Eran solo furboni.
Il primo contava, (Ma son tutti di mia moglie!)
Il secondo sudava, (tra un ballo, una bionda e un panino)
Il terzo spiegava, ma cosa spiegava,
La rava e la fava! (Che storia e'?)
E in fondo la storia (dai, spiegamela!)
E' sempre la stessa (cosa ti avevo detto, io?)
C'e' uno che grida, che grida e fa i versi
Da quella finestra.
Si cambiano i nomi,
Rimangon bastardi,
Tu guarda alla radio, le solite facce,
I soliti accordi. (Quali accordi?) I soliti.
Do maggiore, la maggiore, la minore,
Re minore, sol settima, re minore...
Do maggiore, la maggiore, re minore,
La minore, sol settima, si minore...
In mezzo alla strada (Cosa c'e'?)
Son tre coi forconi (ah, vabbe')
Ma i piccoli ladri li impiccano sempre
I grandi ladroni.
Il primo strillava (tutti in girotondo, Forza Italia!)
Il secondo fa i conti (mi scappa un plotone...)
Il tre licenziava, ma dopo spiegava
La rava e la fava.
Do maggiore, la maggiore, la minore,
Re minore, sol settima, re minore...
Do maggiore, la maggiore, re minore,
La minore, sol settima, si minore...
E sotto giu' in strada
Sono in tre caporioni
Che cantan stonati, ognuno davanti
Al suo bel karaoke!
Il primo cantava (Come prima, piu' di prima)
Il secondo ballava (l'avanzo di balera)
Il terzo applaudiva e l'ombra gridava
"Ne' rava ne' fava!" (E allora?)
E allora la storia (la storia cambia?)
Non è piu' la stessa (ma cosa ti avevo detto, io?)
Se un giovane grida, e grida e fa i nomi
Da una finestra.
E rischia la pelle
Perché i nomi son tanti (son tantissimi!)
Guardare giu' in fondo alle Pagine Gialle
Alla voce, Bastardi! (E allora?)
Do maggiore, la maggiore, la minore,
Re minore, sol settima, re minore...
Re maggiore, la minore, si minore,
La minore, sol settima, si minore...
I soliti accordi,
Le solite facce, (si minore diminuito...)
I soliti accordi, (si minore maggioritario...)
Le solite palle, (si minore proporzionale...)
I soliti accordi, (si minore referendario...)
Le solite facce (hehehehe...)
Vai e torna vincitore. (Libero stato in libero show!)
Ma cosa stai dicendo? (e' un epilogo)
Domandare è lecito, rispondere è fantasia.
Capito? (Vabbe')
La solita orchestra. I soliti accordi.


1998 - Quando un musicista ride

Perché quando sto male mi dici
è tutta una ruota che gira
Perché quando ti dico
Magari porta fuori un’amica
Mi arrivi con una
Che sembra un mirtillo
E per di più se la tira
Perché cerco lavoro
E non lo trovo
Risultato non ci ho mai una lira
Perché spari cazzate
E spari e non ci hai neanche la mira
Perché mi tratti male
E mi chiami straccione
Ah, forse è per la sciarpa del Milan
Che non fa pendant con la mia faccia marrone
Ah, n,no ho capito
Per l’odore che mi porto dietro
Di uno che non ci ha mai avuto una lira
Con l’aria che tira
E il sole che gira
Mi piace pensare, pensare che
Quando un musicista ride
Depone il suo strumento e ride, e non si guarda in giro
E non teme, non ha paura della sua semplicità
Quando un musicista ride
è perché sente dentro come una strana gioia vera
O forse perché gli han mangiato una pera, una pera
O una mela, sì ma a part time
E sente che la sua angoscia è buona
Perché è la sua tristezza che suona
è come in un concerto che piove ma all’aperto
Si guarda in giro e gli viene voglia di cantare
E sente che la sua tristezza è buona
E allora prende lo strumento e suona
è come in un concerto che piove ma è all’aperto
I suoi occhi gli chiedon di scusar.

6 commenti:

  1. Thank you.
    I do hope that all this activity on your blog means you are coming back to us.

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    1. Rieccomi e spero di non dovermi allontanare ancora.
      Buona giornata.

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  2. Tutte bellissime canzoni!Se visiti il mio blog mi fa piacere.Buona giornata.

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  3. Un grande artista a 360° ciao Gianchi e bentornato, un abbraccio Angelo.

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  4. Concordo con te.
    Grazie, un abbraccio caloroso a te.

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